La storia de “La Loggia” è fortemente legata a Firenze, alle sue potenti famiglie e a quel rifiorire della cultura che prende il nome di Rinascimento. Questo luogo di rara bellezza nacque nel 1427 per volontà della nobile e potente famiglia fiorentina Buondelmonti che costruì nelle terre del Chianti numerosi castelli, poi trasformati in ville, case coloniche, chiese e monasteri. Durante i secoli la storia della “Fattoria La Loggia” ha incontrato le vicende di diverse potenti famiglie fiorentine, tra cui i Catani nel ‘700 e successivamente i Piombanti-Mini. Inoltre, la tenuta ha per anni prodotto il vino che imbandiva le tavole della Famiglia Medici, ottenendolo dalle stesse uve che ancora oggi producono un eccellente vino Chianti Classico.
Nel 1979 la fattoria venne acquistata dalla famiglia di Giulio Baruffaldi e Cuca Roaldi. Grazie alla loro visione la fattoria è stata trasformata in azienda agricola e raffinato agriturismo, che accoglie ospiti da tutto il mondo.
Oggi la Fattoria “La Loggia” si estende per circa un 34 ettari sulle colline del fiume Pesa a circa 300 metri d’altitudine, tra piantagioni di olivi e di viti nell’area del Chianti Classico.
Circondata da un vasto parco, la villa padronale mostra il tipico aspetto di villa mediceo-rinascimentale, con strutture regolari e neoclassiche. I vicini edifici una volta erano i magazzini, la vinaia, la cantina, il frantoio, l’orciaia e le case coloniche dei contadini, oggi trasformati in tipici appartamenti dal sapore antico, tutti con elementi architettonici medievali e rinascimentali.
Le case del Borgo, accanto alla villa padronale, sono costruzioni di grande semplicità strutturale. Pur essendo opera di maestranze prive di consapevolezza architettonica, in queste costruzioni povere gli anonimi artefici sono riusciti a dar vita a composizioni volumetriche ben indovinate, con una libera distribuzione delle masse che si giustappongono e si intersecano creando insieme armoniosi.
Intorno al borgo, una corsa di olivi e di moderni vigneti impreziosiscono il paesaggio agrario con la loro maglia compatta e con l’ordine geometrico dei filari. Questo suggestivo paesaggio è il frutto del lavoro assiduo di intere generazioni di famiglie contadine che, con un semplice corredo di piccoli attrezzi, riuscivano a compiere una molteplicità di operazioni colturali che appare quasi incredibile. Soltanto l’attenta lettura del paesaggio agrario tradizionale fa intuire l’elevatissimo grado di capacità professionale, di spirito creativo posseduto da quei veri artisti della campagna che erano i contadini toscani. Ricollegandosi proprio a questo paesaggio “artistico” Giulio Baruffaldi si ispirò per ridare un nuovo volto creando il suo parco di opere d’arte contemporanee.